Un’intervista fiume per tuffarsi nella lingua occitana di ieri e di oggi, dal Medioevo all’età contemporanea.
Quando intervistiamo gli autori ospiti al Premio Ostana, generalmente ci sono solo due regole. La prima è che il premiato debba raccontare lo stato della propria lingua madre (stato inteso come “stato di salute”, non come ente governativo), e seguire una scaletta di temi e questioni che abbiamo preparato qualche tempo prima. La seconda regola è che non ci sono regole sui tempi dell’intervista. Non esiste un format ben definito per quel che riguarda la durata. Mi piace molto lasciare liberi gli autori, anche perché so che molto spesso sono costretti a dichiarazioni molto rapide, per poter andare incontro alla comunicazione dei social, perdendo così per strada la possibilità di sviscerare le proprie idee e le proprie ossessioni, per giunta nella propria lingua madre. Si ritrovano così a respirare due forme di libertà. Da una parte la libertà di essere precisi, brevi, puntali. Dall’altra quella di essere discorsivi, articolati, pressoché esaustivi.
Michéle Stenta, Premio Lingua Occitana, ha scelto la seconda squadra. Ma ha stupito tutti coloro che erano impegnati nell’intervista (oltre al sottoscritto ricordo Caterina Ramonda nelle vesti di interprete e Yalmar Destefanis, operatore video) con un’intervista fiume che una volta montata è risultata essere di un’ora, sei minuti, trenta secondi circa. Non si è risparmiata per nulla, Michèle Stenta, e ha elargito quella che per me è stata una vera e propria “lectio magistralis”, una sorta di “masterclass”, un tuffo in tre grandi temi, connessi tra loro dal suo sguardo, e dalla sua penna di scrittrice elegante. Michèle Stenta ha esposto lo stato di salute della lingua occitana concentrandosi in particolare sulle condizioni più o meno difficili che permettono il suo insegnamento, per poi raccontare con maestria il ruolo della lingua occitana ai tempi dei trovatori, quando la lingua d’oc era la lingua dell’amore cortese ovvero della “fin’amor”, senza dimenticare la sua biografia, strettamente legata alla sua produzione letteraria. Curioso risalire alle sue origini campane, per la precisione a Gaeta, nel napoletano: la sua famiglia paterna è emigrata a Sète per lavorare nella pesca. Semplificando, si può dire che è metà occitana e metà napoletana, e la sua storia è quella di tanti cittadini francesi che hanno alle spalle storie di migrazione, spesso storie di migrazione che hanno a che fare con le nostre Valadas, quando uomini, donne e bambini partivano per raggiungere centri dell’oltralpe dove potersi insediare o fare lavori stagionali per poi tornare da dove si era partiti. L’attenzione del Premio Lingua Occitana 2024 si pone poi sul ruolo della donna nell’era trobadorica, evidenziando come non solo vi erano donne che erano oggetto di versi dei trovatori più o meno innamorati, ma vi erano anche donne scrittrici, in una società che esaltava il valore del “paratge”. Quest’ultimo è ideale così alto da continuare ad essere considerato come un faro nella costruzione di una società più libera e giusta per tutti e tutte, dove non esistano gerarchie ma solo incontri e scambi tra uguali. D’altronde, l’attenzione a quel che accade nella società contemporanea è una delle più grandi priorità di Michèle Stenta: “Nella mia scrittura, ciò che mi interessa in quanto, lo dico con in tutta umiltà, creatrice in lingua occitana attuale è portare attraverso la mia scrittura le problematiche della società del nostro tempo”.
Lo scorso agosto una delegazione della Chambra d’Oc (oltre a me Ines Cavalcanti, Franco Bronzat, Peyre Anghilante, Mariona Miret) si è recata a Villeneuve-sur-Lot per proporre alcuni incontri relativi al lavoro dell’associazione nelle nostre Valadas nella cornice dell’Escòla Occitana d'Estiu. Un incontro era dedicato al Premio Ostana. Tra il pubblico, pronta a condividere le emozioni che aveva vissuto ad Ostana, c’era anche Michèle Stenta. La ringraziamo, chissà se le sue parole hanno convinto qualcuno a venirci a trovare a giugno sotto il bel Monviso. In ogni caso, re-incontrarla dopo un paio di mesi dalla celebrazione che potrete vedere nel link qui sotto, ci ha resi consapevoli di un fatto che talvolta ribadiamo con tanto affetto: lo spazio (politico, culturale, emotivo) del Premio Ostana è da condividere e ricondividere (durante tutto l’anno, non solo durante il festival) con chiunque abbia a cuore le lingue madri di questo piccolo pianeta.
Intervista a Michèle Stenta Premio Ostana 2024, Lingua Occitana, Francia
https://www.youtube.com/watch?v=4KVf4kG_geE
Michèle Stenta riceve il Premio Ostana 2024, Premio Lingua Occitana
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