L'Assemblea di Corsica ha approvato nell'aprile di quest'anno il rapporto “Lingua 2020” sulla pianificazione per la normalizzazione della lingua corsa e il cammino verso una società bilingue. Ciò che colpisce è che ciò sia avvenuto con una schiacciante maggioranza favorevole, 30 voti, e solo 3 contrari, 5 astenuti e 6 assenti. Segno che il corso è riconosciuto a tutti gli effetti culturali e politici come 'lingua' e che il progetto di rendere “normale” l'uso della lingua corsa nella società e nel territorio è ormai generalizzato e trasversale a gran parte delle forze politiche, dopo anni di divisioni e contrapposizioni
Segno che l'elemento centrale dell'identità nazionale, la lingua, è largamente affermato ormai in Corsica, al di là della effettiva forza dei movimenti e partiti indipendentisti o autonomisti, che, sommati arrivavano a 15, nella legislatura 2010-2014. Possiamo dire che la sensibilità verso i temi della lingua e dell'identità supera largamente i confini dei movimenti che ne fanno un vessillo chiaro della loro azione politica. Anché questo è segno delle potenti radici nazionali dei Corsi e del loro spirito di autodeterminazione rispetto alla Francia.
Tutto ciò è anche frutto dell'abbandono della lotta armata (anche se, per alcuni, gli attuali successi sarebbero inimmaginabili senza di essa, soprattutto agli inizi della rivendicazione in favore del riconoscimento del popolo e della lingua corsa) e della capacità di sapersi convertire all'azione di governo dentro le istituzioni corse, francesi ed europee. A vantaggio dei Corsi e anche di tutti noi, minoranze e nazionalità. A tal proposito, voglio ricordare la preziosa azione del deputato europeo Francescu Alfonsi e la sua importantissima Relazione del 26.06.13 sulle lingue europee a rischio di estinzione e la diversità linguistica nell'Unione europea.
Pur tenendo conto delle differenze politiche, che pur ci sono, ci sembra di cogliere oramai una certa coerenza, costanza, perseveranza e convergenza in tutte le azioni politiche in Corsica, che stentiamo a vedere in molte delle nostre comunità, grandi o piccole che siano. Ne sono un'evidenza la riapertura dell'Università nel 1981 a seguito di una vasta mobilitazione popolare e, nel 1991, la creazione della Collettività Territoriale della Corsica, divisa in Assemblea di Corsica (con potere deliberativo), del Consiglio Esecutivo e del Consiglio economico, sociale e culturale della Corsica, come organo consultivo.
La coscienza nazionale, fondata su riferimenti storici e ideali, è la base di tutte le conquiste recenti e passate. Come “babbu di a Patria”, Pasquale Paoli e la sua Costituzione del 1755, nonché l'Università da lui voluta nel 1765 (chiusa nel 1768 dopo l'annessione francese), sono stati sempre il riferimento e un primo traguardo dei nazionalisti corsi, soprattutto a partire dai primi fermenti, allora “regionalisti”, seguiti all'azione di una decina di attivisti dell'Azione Regionalista Corsa, guidati dal medico nazionalista Edmond Simeoni che, il 21 agosto del 1975, occuparono la casa colonica di un viticoltore 'pied noir' di Aleria, sospettato di esser coinvolto in uno scandalo finanziario. A partire da allora, si è formato, con sorti alterne, il movimento politico e culturale che conosciamo oggi, evoluto chiaramente in senso autonomista e indipendentista.
L'Università di Corsica è, ancora oggi, un motore pluridisciplinare di formazione e coscientizzazione, che ha rotto almeno in parte i flussi culturali omologanti delle Università francesi, dove gli studenti erano, prima, costretti ad iscriversi. E la lingua corsa ha avuto e ha ancora nell'Università in suo centro di studio, riflessione, elaborazione, consolidamento e modernizzazione, con numerosi insegnanti, con Jacques Thiers per lungo tempo in funzione di animatore e promotore, conosciutissimo negli ambienti culturali in Sardegna, ma anche in Italia e in Europa.
Le attestazioni di lingua corsa risalgono ai primi del '900, con la rivista in corso A MUVRA. Ma, negli ultimi 30 o 40 anni abbiamo assistito a una vorticosa e abbondante produzione letteraria in corso, nella poesia, nel teatro e nella prosa. La letteratura ha dato modernità e coerenza alla lingua corsa scritta. E Jacques Thiers, ad essere onesti e oggettivi, è stato a nostro parere, con le sue opere, l'anima di questo processo di affermazione letteraria del corso, e con i suoi saggi e libri di sociolinguistica, a cominciare dal suo celebre “Papiers d'identité(s)” del 1989, un protaginista e un punto di riferimento indiscutibile, dentro e fuori dell'Università. L'editoria, anche in lingua corsa, con al suo centro le Edizioni Albiana, è stata e continua a essere il veicolo di questa rinascita politica, culturale e linguistica.
Oggi la Corsica, pur con la sua popolazione di poco più di 300.000 abitanti su un territorio di 8680 km2, può vantare il primato di essere, col suo passato e soprattutto con il suo presente, con la elaborazione di un modello possibile di autodeterminazione in tutti i campi, un testimone del fatto che “un'Europa delle Nazioni è possibile” e una scuola di formazione per tanti di noi che erano alla ricerca della propria coscienza nazionale.
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