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Nòvas n.159 Setembre 2016

“Lo sumi de la lenga vai a Montpelhier”: un film di Andrea Fantino in visione ad Ostana domenica 18 settembre nella giornata di Chantar e Dançar a Ostana

“Lo sumi de la lenga vai a Montpelhier”: un film de Andrea Fantino en vision a Ostana diamenja18 de setembre dins la jornada de Chantar e Dançar a Ostana

di Andrea Fantino

“Lo sumi de la lenga vai a Montpelhier”: un film di Andrea Fantino in visione ad Ostana domenica 18 settembre nella giornata di Chantar e Dançar a Ostana
italiano

Grazie alla Mòstra de Cinèma Occitan, promossa da la Generalitat de Catalunya, “Lo sumi de la lenga vai a Montpelhier” verrà proiettato in 17 città diverse, dalle Valli Occitane alla Catalunya, passando per tanti centri dell'Occitania Grande: Barcelona, Bordèu, Girona, Lleida, Narbona, Tolosa... In Italia è già stato visto a Coazze (Val Sangone), a Pessinetto (Valli di Lanzo) e a Martignano, nella Grecìa salentina, all'interno della “Rassegna Cinematografica Evò ce Esù”, un festival molto attento alle lingue minoritarie. La prossima proiezione è prevista ad Ostana sabato 18 settembre alle ore 21, dopo la ricca giornata di proposte dell’ormai tradizionale appuntamento di “Chantar e Dançar a Ostana”, che prevede per la giornata una passeggiata musicale con racconti nel Bosco Incantato, un ballo con le Officine Folk e La Mescla.

Mi fa piacere raccontare come è nato questo film. Ogni due anni c'è una grande manifestazione per la lingua occitana al di là delle Alpi. Carcassona, Béziers e Tolosa sono state le prime città ad ospitare una lunga marcia per la difesa della lingua d'oc. Il 24 ottobre 2015 è stato il turno di Montpellier.

Da anni desideravo partecipare a questo evento, ma non ne avevo mai avuto l'occasione. Amici e parenti tornavano dalla Francia carichi di racconti ed emozioni, tutti mi descrivevano la fiumana di persone in cui si erano come dissolti, in città dalle mura antiche, seguendo canti e musiche onnipresenti, lasciandosi trasportare al grido “Anem Òc! Per la lenga Occitana!”. In quel viaggio erano nati nuovi amori, si erano incontrati vecchi amici, si era tenuto in mano uno striscione ed ognuno si era sentito parte di qualcosa di più grande.

Quest'anno la Chambra d'oc mi ha invitato a documentare la manifestazione. Come avrei potuto raccontarla senza cadere nella cronaca, nel reportage? Nel 2013 ho frequentato la Scuola di Cinema di Ostana, con Fredo Valla e Giorgio Diritti. Fredo ha continuato a seguire i miei lavori, supervisionandoli, dandomi il suggerimento giusto al momento giusto. Anche in questo caso è stato disponibile, come sempre. Avevo in mente di seguire tre o quattro persone che partivano dalle Valli Occitane per Montpellier. Un ragazzo giovane (magari musicista), una donna di mezza età, un uomo un po' più anziano. L'idea era di trovare questi personaggi, seguirli, magari fare anche delle interviste prima, durante, dopo. Gli sguardi di generazioni diverse si sarebbero uniti nel prodotto finale. Fredo ha però pensato che potesse essere molto più interessante seguire i Blu l'Azard, un gruppo di amici musicisti che suonano musica di tradizione occitana e francoprovenzale, a cui uniscono composizioni proprie. Quattro personaggi con quattro percorsi paralleli, e insieme un unico personaggio: il gruppo. I Blu l'Azard infatti non solo avrebbero suonato durante la marcia, ma anche alla fine della manifestazione, ospiti di Macarel, “il re dell'oggettistica occitana”.

Fredo conosceva le mie esperienze di ripresa con musicisti, e sapeva che la musica avrebbe giocato un ruolo importante nella giornata di Montpellier. E così è stato. Peyre, Flavio, Marzia e Gigi mi hanno veramente sorpreso, cantando e suonando ad ogni occasione, cominciando già sul pullman all'andata, per poi smettere solo nel viaggio di ritorno, stremati e quasi senza voce. Con Peyre avevo già lavorato ai tempi della Carovana Balacaval, era ed è abbastanza abituato alla presenza della mia videocamera. Flavio, Marzia e Gigi si sono invece dimostrati subito molto pazienti e collaborativi di fronte al mio obiettivo. Stare al di là della camera non è infatti sempre facile, non a caso io sto sempre al di qua! Ci siamo trovati bene durante le riprese forse perchè considero la mia camera un po' come uno dei loro strumenti musicali, in fondo non faccio altro che provare a suonare con loro, condividendo la festa, la musica, la quotidianità (ovvero i momenti meno pubblici): sono queste le tre dimensioni che ho cercato di raccontare prima sul campo, attraverso le riprese, e poi a casa, con il montaggio. Accanto all'aiuto di Fredo, fondamentali sono stati Elisa Piria e Francesco Palmero, compagni della Scuola di Cinema di Ostana, che mi hanno dato una grande mano rispettivamente con l'audio e il montaggio, dando al documentario una marcia in più. E' stato un lavoro di squadra e li ringrazio tutti.

Quando con la Chambra d'Òc abbiamo pensato di proporre il documentario alla Mòstra de Cinèma Occitan, una rassegna di cinema in lingua occitana proposto dal “Department de Cultura – Generalitat de Catalonha”, si è subito posto un problema. I Blu l'Azard sono composti da un parlante occitano, Peyre, e da tre parlanti franco-provenzali. La lingua ponte che usano è, vivendo in Italia, l'italiano. Come fare a considerarlo un film in lingua occitana, dato che non sempre si parla in occitano ed oltre all'italiano si parla anche il francese? La risposta non è stata difficile. Il film parla in lingua occitana e della lingua occitana. E fotografa l'uso contemporaneo della lingua all'interno di contesti di plurilinguismo. I Blu l'Azard sono infatti un esempio di trilinguismo, ed è anche per questo che le bandiere occitane sono sfilate accanto a quelle franco-provenzali, come è normale che sia. E questo piccolo significativo gesto non è stato solo l'espressione di “solidarietà tra minoranze linguistiche”, ma mi sembra che possa essere visto come la possibilità di uno spazio nel mondo per tutte le lingue che si parlano, anche quando si manifesta per una in particolare. Le lingue sono e restano vive soprattutto quando non si chiudono su sé stesse, ma restano aperte, capaci di dialogare tra loro, di incontrarsi, di confrontarsi, senza perdere la propria anima, così legata al territorio e alla gente che lo abita. Nel documentario la musica dei Blu l'Azard e di tutti i cantanti e i musicisti incontrati a Montpellier esprime e allo stesso tempo trascende l'anima di questa lingua, di questo territorio, di questa popolazione, perchè, si sa, la musica non ha bisogno di parole.

Sono molto contento che il documentario abbia ottenuto, grazie alla rete creata dalla Generalitat de Catalunya attraverso la “Mòstra de cinèma Occitan” una distribuzione così importante. Non è facile trovare tanti centri disponibili a proiettare lavori di questo genere, specie di questi tempi. E' bello produrre un lavoro, ma è ancora più gratificante quando si riesce a condividerlo al di là delle Alpi, fino all'Atlantico e ai Pirenei.

Dicono che la manifestazione di Montpellier sia stata vittima delle ennesime divisioni interne al movimento per la difesa della lingua occitana. A quanto pare qualcuno in Francia invitava a non parteciparvi, e alcune associazioni hanno sfilato in un'altra città, finendo così per “tirarsi una mazza su un piede”, come dice Macarel nel documentario. Oltre che con Macarel, sono d'accordo anche con Peyre, che di fronte a queste divisioni dice “Bisogna partecipare, in tutti i casi e in tutti modi”. Al di là di come siano andate le cose, si sa che l'unione fa la forza, mentre chi divide impera. Non si può fare altro che avere fiducia nelle nuove generazioni. In ogni caso queste defezioni hanno forse ridotto di poco il numero di partecipanti, ma non ne hanno toccato la forza, lo spirito.

Ricorderò sempre un momento che ho vissuto a Montpellier. La marcia era già partita. Fino a quel momento ero stato accanto ai Blu l'Azard, filmandoli nei preparativi e quando si sono messi alla testa del gruppo del corteo che riuniva tutti noi provenienti dalle Valadas. Ho deciso poi di staccarmi, per andare a riprendere altri sezioni del corteo, altri musicisti, altre situazioni. Volevo dare un'idea della quantità e della varietà di gruppi e persone presenti quel sabato pomeriggio. Il corteo era lunghissimo, non ne vedevo l'inizio né la fine. Ad un certo punto si è infilato in un viale largo, con marciapiedi ai lati. Ho iniziato a correre da un lato, con la camera in mano, verso la testa del corteo. Dopo centinaia di metri l'ho raggiunta. Mi sono fermato, ho acceso la camera, ho ripreso quel che mi sfilava di fronte. Mi sono fermato, ho ripreso quel che veniva dopo. Ho risalito il corteo, ho filmato il gruppo successivo. E quello dopo ancora, e così via. E prima che arrivassi di nuovo al nostro gruppo, mi sono fermato, e piano piano mi sono commosso. Ancora adesso mentre scrivo mi commuovo. Perchè c'era qualcosa di più grande di me, qualcosa di potente, sacro e insieme molto concreto, che potevo toccare e vedere con i miei occhi. Tutti questi volti, tutti questi canti, tutti questi colori erano lì per una sola ragione. La loro lingua. E allora ho sentito con la mia pelle, forse per la prima volta, la forza di questa unità di cui tanto avevo letto e sentito parlare. Nell'arco di qualche centinaio di metri ho fatto un viaggio dalle Valadas alla Valle d'Aran, ho visto giovani di Tolosa, musicisti di Carcassone, gente di Montpellier. Una musica lasciava spazio all'altra, c'erano melodie di origine medievali, pezzi di musica elettronica, cori a cappella. Ma tutti insieme sembravano formare un'unica voce.

E proprio in quel momento è come se avessi scostato una tendina, e con grande emozione mi è parso di vedere l'anima fiera e forte della lingua occitana.

Grazie Montpellier!

occitan

Gràcias a la Mòstra de Cinèma occitan, promogua da la Generalitat de Catalunya, “Lo sumi de la lenga vai a Montpelhier” venerè projectat en 17 vilas diferentas, da las valadas occitanas a la Catalunya, en passant per un baron de centres de l’Occitània granda: Barcelona, Bordèu, Girona, Lleida, Narbona, Tolosa... En Itàlia es já estat vist a Coazze (Val Sangon), a Psinai (Valadas de Lans) e a Martignano, dins la Grècia salentina, dins lo “Festenal Cinematogràfic Evò ce Esù, un festenal ben atent a las lengas minoritàrias. L’edicion venenta es prevista a Ostana sande 18 de setembre a 21h00, après la richa jornada de propòstas de l’apontament, d’aüra enlai tradicional, de “Chantar e Dançar a Ostana”, que prevei per la jornada una passejada musicala embe de còntes dal Bòsc Enchantat e un bal embe las Officine Folk e La Mescla.

M’agrada contar coma es naissut lo film. Chasque dui ans, delai des Alps, lhi a una granda manifestacion per la lenga occitana. Carcassona, Besièrs e Tolosa son estaas las premieras vilas a ospitar la lònja marcha per la defensa de la lenga d’òc. Lo 24 d’otobre dal 2015 es estat lo torn de Montpelhier.

Despuei d’ans voliu partecipar an aquel eveniment, as n’aviu pas jamai agut l’ocasion. D’amís e de parents tornavon da la França charjats de racònts e d’emocions, tuchi me descrivion lo flum de personas ente s’eron dessolvuts, dins de vilas da las muralhas anticas, en seguent de chants e de músicas omnipresentas, en se laissant transportar a l’uch “Anem òc! Per la lenga occitana!”. Dins aquel viatge eron naissuts de nòus amors, s’eron encontrats de vielhs amís, s’era tengut en man un bindelon e chascun s’era sentut part de qualquaren de pus grand.

Aqueste an la Chambra d’òc m’a envitat a documentar la manifestacion. Coma auriu polgut la contar sensa cheire dins la crònaca, dins lo reportatge? Ental 2013 ai frequentat l’Escòla de Cínema d’Ostana embe Fredo Valla e Giorgio Diritti. Fredo a contuniat a seguir mi trabalhs en lhi sobrevisionant, en me donant lo bòn suggeriment al bòn moment. Bèla en aqueste cas es estat disponible, coma sempre. Aviu en ment de seguir tres o quatre personas que partion da las valadas occitanas per Montpelhier. Un filh jove (musicaire benlèu), una frema d’atge mesan, un òme un pauc pus ancian. L’idea era de trobar aquesti personatges, lhi seguir, magara far decò d’entrevistas derant, durant e après. Lhi esgards de generacions diferentas se serion units dins lo produch final. Mas Fredo a pensat que polguesse èsser ben pus interessant seguir lhi Blu l’Azard, un grop d’amís que sonon de música de la tradicion occitana e francoprovençala, a la quala jonhon de tòcs de lor composicion. Quatre personatges embe quatre percors parallels e ensem un personatge solet: lo grop. Lhi Blu l’Azard, en efèct, ren masque aurion sonat durant la marcha, mas mesme a la fin de la manifestacion, convidats de Macarèl, “lo rei de la venda d’objècts occitans”.

Fredo conoissia mas experienças de represa embe de musicaires e sabia que la música auria juat un ròtle important dins la jornada de Montpelhier. E parelh es estat. Peyre, Flavio, Marzia e Gigi m’an da bòn estonat, en chantant e sonant en chasque ocasion, en tacant já sus la corriera a l’anaa, per puei quitar ren qu’ental viatge de retorn, esquintats e esquasi sensa vòutz. Embe Peyre aviu já trabalhat al temp de la Carovana Balacaval, era e es pro acostumat a la presença de ma videocàmera. Flavio, Marzia e Gigi, per contra, se son d’abòrd demostrats ben pacientós e collaboratius derant mon objectiu. Istar delai de la càmera, en efèct, es pas sempre fàcil; ben pr’aquò mi isto sempre deçai! Nos sem trobats ben durant las represas, benlèu perqué consídero mas càmera un pauc coma un di lors enstruments musicals. A la fin fau ren que provar a sonar embe lor, en partatjant la fèsta, la música, la quotidianitat ( o ben lhi moments menc públics): son aquestas las tres dimensions que ai cerchat de contar derant sal champ, embe las represas, e puei a maison, embe lo montatge. Da cant a l’ajut de Fredo Valla son estats fondamentals Elisa Piria e Francesco Palmero, de companhs de l’Escòla de Cínema d’Ostana, que m’an donat una gròssa man respectivament embe l’audio e lo montatge, en donant al documentari una marcha de mai. Es estat un trabalh d’equipa e lhi remercio tuchi.

Quora embe la Chambra d’òc avem pensat de propausar lo documentari a la Mòstra de Cinèma Occitan, un festenal de cínema en lenga occitana propausat dal Departament de Cultura – Generalitat de Catalonha”, s’es d’abòrd pausat un problèma. Lhi Blu l’Azard son compausats da un parlant occitan, Peyre, e da tres parlants francoprovençals. La lenga pònt que adòbron es, daus que vivon en Itàlia, l’italian. Coma far a lo considerar un film en lenga occitana, dal moment que l’occitan es pas sempre parlat e en mai de l’italian se parla decò lo francés? La responsa es pas estaa difícila. Lo film parla en lenga occitana e de la lenga occitana. E fotògrafa l’usatge contemporan de la lenga dins de contèxts de plurilinguisme. Lhi Blu l’Azard, de fach, son un exèmple de trilinguisme e es decò pr’aquò que las bandieras occitanas an desfilaa da cant an aquelas francoprovençalas, coma es normal que sie. E aqueste pichòt gèst significatiu es pas masque estat l’expression de “solidarietat entre inoranças linguísticas”, mas me semelha que pòle èsser vist coma la possibilitat d’un espaci ental mond per totas las lengas parlaas, bèla quora un manifèsta per una en particular. Las lengas son e rèston vivas sobretot quora s’embarron pas en elas, mas rèston dubèrtas, capablas de dialogar entre elas, de s’encontrar, se confrontar sensa pèrder lor anma, tan liaa al territòri e a la gent que lo àbita. Ental documentai la música di Blu l’Azard e de tuchi lhi chantaires e musicaires encontrats a Montpelhier exprim e al mesme temp trascend l’anma d’aquesta lenga, d’aqueste territòri, d’aquesta populacion; perqué se sa, la música a pas da manca de paraulas.

Siu ben aürós que lo documentari aie obtengut, gràcias a la ret creaa da la Generalitat de Catalunya a travèrs la “Mòstra de cinèma Occitan” un distribucion tant importanta. Fai mal far trobar un pauc centres dispausats a projectar de trabalhs d’aqueste genre, sustot en aquesti champs. Es bèl produire un trabalh, mas es encara mai gratificant quora un arriba a lo partatjar delai des Alps, fins a l’Atlàntic e ai Pirenèus.

Dison que la Manifestacion de Montpelhier sie estaa víctima des enenas divisions ental moviment per la defensa de la lenga occitana. A çò que pareis, qualqu’un en França envidava a ren partecipar e qualquas associacions an desfilat dins un’autra vila, en finient parelh per “se tirar una maçaa sus un pè”, coma ditz Macarèl ental documentari. En mai qu’embe Macarèl, siu d’acòrdi bèla embe Pèyre, que derant an aquestas divisions ditz “Chal partecipar, en tuchi lhi cas e en totas manieras”. Al delai de coma se sien passaas las causas, sabem que l’union fai la fòrça, mentre que qui divid ímpera. Polem pas qu’aver confiança dins las nòvas generacions. En tot cas aquestas defecions benlèu an reduch de gaire lo numre di participants, mas n’an pas entemenat la fòrça, l’esprit.

Me sovenerei sempre un moment que ai viscut aquí a Montpelhier. La marcha era já partia. Fins an aquel moment ero estat da cant ai Blu l’Azard, en lhi filmant enti preparatius e quora se son butats a la tèsta dal grop dal cortèu que rechampava tuchi nosautri provenients da las Valadas. Ai puei decidat de me destachar, per anar reprene d’autras seccions dal cortèu, d’autri musicaires, d’autras situacions. Voliu donar un’idea de la quantitat e de la varietat de grops e personas presentas aquel sande après-metzjorn. Lo cortèu era longíssim, veïu pas ni lo cap ni la coa. A una mira s’es enfilat dins un’alea larja, embe de marchapès a la broa. Ai començat a córrer da un cant, embe la càmera en man, vèrs la tèsta dal cortèu. Après de centenas de mètres l’ai rejoncha. Me siu arrestat, ai aviscat la càmera., ai repilhat çò que desfilava derant mi. Me siu arrestat, ai repilhat çò que venia après. Ai remontat lo cortèu, ai filmat lo grop d’après e aquel d’après encara e derant que arribesse mai a nòstre grop me siu arrestat e plan planet me siu esmogut. Encara aüra m’esmòvo dal temp que siu a escriure. Perqué lhi avia qualquaren de pus grand de mi, qualquaren de potent, sacre e ensem pro concret que poliu truchar e veire embe mi uelhs. Tuchi aquilhi morres, aquilhi chants, aquelas colors eron aquí per una soleta rason: lor lenga. E alora ai sentut sus ma pèl, benlèu per lo premier bòt, la fòrça d’aquela unitat dont aviu lesut e auvit parlar. Dins l’arc de qualque centena de mètres ai fah un viatge da las Valadas a la Val d’Aran, ai vist de joves de Tolosa, de musicaires de Carcassona, de gent de Montpelhier. Una música laissava l’espaci a l’autra, lhi avia de melodias d’origina medievala, de tòcs de música electrònica, de còrs a chapèla. Mas tuchi ensem pareission formar una soleta vòutz.

E just en aquel moment es coma se auguesse desrambat una tendina e embe una granda emocion m’es semelhat de veire l’anma fiera e fòrta de la lenga occitana.

Gràcias Montpelhier!




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