Come definire diversamente una classe politica che distrugge con un decreto più di mille comuni italiani spazzando via una storia millenaria che ha contribuito a rendere unica e irrepetibile questa sofferente Italia?
Nulla è peggio di chi legifera senza conoscere la materia sulla quale interviene e quindi sulle conseguenze che ne possono derivare. Nel nostro caso, l'eliminazione di 66 comuni appartenenti all'area linguistica occitana, vanifica il grande lavoro fatto in questi ultimi 30-40 anni da migliaia di amministratori e/o operatori culturali che hanno cercato disperatamente di arrestare l'esodo dai loro paesi e invertire un situazione economica-culturale sempre più disastrosa che sembrava non avere limiti al peggio.
Negli ultimi anni si è assistito lentamente ad un'inversione di tendenza che cominciava a farci sperare: un lento ripopolamento , una economia sana che si andava formando, una nuova socialità e presa di coscienza culturale, una nuova voglia di essere protagonisti e costruttori della propria vita e del proprio futuro.
Ora l'articolo 16 della manovra finanziaria dello scorso mese di agosto, definitivamente approvata dal Parlamento, con la Legge 148 del 14 settembre scorso, ha messo fine a queste speranze attraverso il tentativo di sopprimere i Comuni sotto i 1000 abitanti..
E' vero che formalmente i comuni non vengono soppressi (come paventato in un primo momento) ma di fatto lo saranno in quanto si toglierà agli stessi la possibilità di gestire i propri bilanci (e quindi i relativi indirizzi socio-economici) mediante una forzosa unione che approverà un superbilancio comprendente quelli di tutti i comuni associati. Cosa ne verrà fuori non lo sa nessuno ma certamente all'interno di questo nuovo organismo ci saranno contrasti a non finire e le conseguenze non potranno che essere esiziali per i comuni più deboli e, soprattutto, saranno demotivati gli amministratori che ora capillarmente governano le municipalità con amore e rispetto delle generazioni che li hanno preceduti..
E' anche vero che un comma dell'articolo prevede che i comuni che entro il 31/10/2012 eserciteranno le funzioni (ma non si sa quali..) in forma associata non saranno soggetti ai vincoli di cui sopra ma è anche vero che ciò avverrà attraverso una attestazione che i comuni dovranno mandare al ministero dell'interno dimostrando i miglioramenti di efficienza (?) realizzati attraverso convenzioni (quali e con chi visto che i comuni più grandi non avranno alcuna voglia di farsi carico dei problemi di quelli piccoli).
Il Ministero si esprimerà su questo attestato in un incredibile ritorno di centralismo burocratico e di perdita di autonomia da parte dei Comuni.
A portare avanti questa "riforma" sono stati i ministri della lega (tra cui quel Calderoli autore di questa "legge porcata" che ha privato il cittadino di scegliere i propri rappresentanti al Parlamento) che continuano a sbandierare "proclami per la truppa" pieni di falsità solo per "sfamare" i propri elettori che non sono in grado, o non vogliono, vedere il bluff. Calderoli (Ministro per la semplificazione burocratica) afferma di aver eliminato 30.000 leggi mentre in realtà i vincoli e la burocrazia sono aumentati e i comuni stanno annegando in mezzo ad un mare di carta.
A nulla sono valse le grandi mobilitazioni dei sindaci di tutta Italia: il governo ha tirato dritto.
Ora la Regione Piemonte, attraverso una presa di posizione dell'assessore Maccanti, ha comunicato la volontà della giunta Cota di eliminare le Comunità Montane. Fanno gola i 20 milioni di euro che le stesse gestivano (su trasferimenti dalla Regione) che potranno prendere la via della pianura.
Ci sarebbero altre cose da dire ma mi pare di poter chiudere con alcune considerazioni/interrogazioni.
E' possibile che questa deludente classe politica non sappia che metà del territorio italiano è costituito da aree montane per cui è inconcepibile non considerarle (anzi penalizzarle sempre di più!) nella politica nazionale e nel governo del territorio attivando le risorse che la impreziosiscono?
E' possibile che vengano calpestati vari articoli della Costituzione Italiana senza che questo generi scandalo e reazioni diffuse?
E' possibile che la cultura italiana non abbia levato voce (a parte mi sembra Gramellini ) e non sia rimasta scandalizzata dalla prospettiva di una futura mancanza di tutela (ciò avverrà se scomparirà l'autonomia comunale) di quell'immenso patrimonio storico, culturale, ambientale, rappresentato e tutelato e promozionato dalle municipalità?
E' possibile che si vada ad eliminare quel grande e prezioso volontariato rappresentato dagli amministratori dei piccoli comuni che fanno da collante in situazioni a volte al limite della tragedia?
Evidentemente per molti parlamentari è impensabile che sindaci, assessori, consiglieri, possano lavorare gratis o quasi: sono situazioni alle quali non sono abituati! La maggior parte di loro sono parlamentari per esclusivo interesse personale!
E quindi giù la mannaia con lo scopo dichiarato di risparmiare sui costi della politica (che in realtà riguarda loro: gli intoccabili!) mentre la loro ignoranza delle cose non gli permette di capire che in realtà sarà l'esatto contrario.
In Italia più gli enti pubblici sono grandi meno sono efficienti.
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