Sono un componente dell'Union Ladina Val Biois, territorialmente interessante 5 comuni dell'Alto Agordino: Falcade, ove risiedo, Canale d'Agordo, Vallada Agordina, Cencenighe Agordino e San Tomaso Agordino. Le Unioni Ladine sono accorpate in Sezioni e la Sezione Val Biois, assieme ad altre 8 Sezioni ladine dell'Alto Bellunese sono accorpate nella Federazione dei Ladini Dolomitici della regione Veneto, di cui sono attualmente vice presidente. L'area ladina della provincia di Belluno (215.000 abitanti e 69 comuni) corrisponde alla sua parte alta, ove si trovano i 2/3 delle Dolomiti, e più precisamente corrispondente alle aree dell'Agordino, Zoldo, Cadore con il Comelico. Si tratta di 38 comuni e circa 60.000 abitanti. A questo c'è da aggiungere il comune di Sappada a minoranza germanofona.
2. I ladini delle Dolomiti costituiscono probabilmente una delle minoranze linguistiche più frammentate in Italia, divisi come sono fra tre province, due autonome e una ordinaria, due regioni anche queste una autonoma e una ordinaria, sparsi nelle piccole e isolate valli dolomitiche e soggetti a tre sistemi molto diversi di tutela. Che cosa fate voi per mantenere viva la vostra lingua, per affermare il vostro diritto ad usarla? Che livello di garanzia per i diritti linguistici esiste in provincia di Belluno? Quale presenza del ladino nelle scuole, nelle amministrazioni pubbliche, nell'informazione?
I ladini Dolomitici abitano le Valli Gardena e Badia in provincia di Bolzano, Valle di Fassa in provincia di Trento e la parte alta della provincia di Belluno. A nord est della provincia di Belluno vi sono 3 comuni che sono stati accorpati per motivi geografici alla provincia di Belluno nel 1923 e di fatto staccati dall'ex Tirolo austriaco (quindi Trento e Bolzano). Si tratta dei comuni di Livinallongo del Col di Lana, Colle Santa Lucia (da sempre appartenuti al Tirolo) e Cortina d'Ampezzo (di storia cadorina sino al 1511 e poi passata al Tirolo). I ladini ex-tirolesi della Val di Fassa, Val Gardena, Val Badia e di questi 3 comuni oggi bellunesi sono accorpati in un'associazione denomiata Union Generèla di Ladins dla Dolomites, con scopo di rappresentanza anche politica. Gli stessi 3 comuni oggi bellunesi, hanno una doppia appartenenza con gli altri ladini della provincia di Belluno, nella Federazione citata.
Certo soprattutto la provincia di Bolzano, ma anche Trento, ad autonomia speciale, ha potuto attuare politiche di tutela serie a 360°, compreso garantire rappresentatività politica alla minoranza e finanziare attività e strutture atte a dare pari dignità al popolo ladino. La provincia di Belluno, a statuto ordinario, composta da circa 215.000 abitanti di cui circa 60.000 ladini, unica interamente montana, su circa 4.800.000 di veneti, non ha sostanzialmente rappresentatività politica e men che meno come minoranza ladina. Finanziariamente, la regione Veneto, garantisce solo circa 100.000 € l'anno, erogati alla Federazione, per finanziare i progetti delle singole Union Ladine operanti sul territorio di 38 comuni.
Oltre la cospicua attività culturale promossa dalle singole Union Ladine, pur con pochi aiuti, sul territorio operano 2 Istituti culturali, uno per i 3 comuni bellunesi ex-tirolesi e uno per tutti gli altri 35 comuni ladino-bellunesi. Questi Istituti sono finanziati tramite i fondi erogati in base alla legge nazionale n. 482/99, a progetto, ed in parte supportati da fondi della provincia e delle comunità montane di rappresentanza. La riduzione dei finanziamenti sulla legge n. 482/99, la probabile abolizione delle province ordinarie, la ridotta disponibilità di fondi da parte degli enti, minaccia la stessa sopravvivenza di questi Istituti che tanto hanno operato in questi anni anche nella scuola. Tanto è affidato al volontariato delle Union Ladine, nate dagli anni '80 in poi, ed altre associazioni culturali (gruppi musicali, di teatro, musei....).
3. Più un'identità è divisa sul piano amministrativo, storico e culturale e più fa fatica a resistere alla globalizzazione: l'unità ladina dolomitica, che rafforzerebbe le chances di affermazione identitaria, è un mito o un tabù?
Personalmente ritengo che, certo, ci sono differenze di tipo storico ed amministrativo, ma dal punto di vista identitario-culturale, sono più le cose che ci accomunano che quelle che ci distinguono. Purtroppo sino ad ora è prevalsa la divisione dettata più che altro da motivi di "potere" politico e di capacità finanziaria. Quando bene o male tutti stiamo bene, vengono esaltati gli aspetti che ci differenziano, l'individualità; la necessità invece evoca il bisogno di aggregazione, di aiuto reciproco, di forza.
Però, questo periodo di crisi economica internazionale va a minare anche lo status delle autonomie speciali e l'economia turistica delle valli dolomitiche in maniera pesante. Se allarghiamo gli orizzonti dalla sfera identitaria e linguistica ladina, all'economia di queste aree e quindi alla possibilità di continuare a lavorare e risiedere nelle vallate dolomitiche, fondamentale per il mantenimento anche della lingua ed identità ladina, credo ci sarà sempre più la necessità di fare rete tra tutte e tre le province dolomitiche e più in generale con tutti i territori alpini. Assieme possiamo tentare di essere rappresentativi a livello nazionale-europeo, rivendicando forme di autogoverno necessarie ai territori montani. Per una serie di motivi, sempre più si percepisce la necessità per lo status delle autonomie speciali di allargare gli orizzonti al di fuori dei propri confini per politiche comuni a comune vantaggio e quindi ..... a potenziale beneficio anche della vitalità dell'identità ladina delle Dolomiti.
4. E su questo tema, i pronunciamenti referendari dei comuni ladini storici per passare alla Regione Trentino-Alto Adige/Suedtirol e la recente prospettiva di abolizione delle Province lasciano intravedere la possibilità di scenari diversi. Cosa ne pensa?
Sono convinto che, se la regione Veneto avesse avuto più attenzione nei confronti della provincia montana Bellunese, riconoscendo vere forme di autogoverno, non ci sarebbe stata la volontà secessionista di alcuni comuni per staccarsi dal Veneto nell'intento di entrare a far parte di territori oggi ad autonomia speciale (3 comuni ex-tirolesi con la provincia di Bolzano, Lamon e Sovramonte con il Trentino e Sappada con la provincia di Udine, regione Friuli Venezia Giulia). Oggi a complicare tutta la questione c'è anche l'abolizione delle province a statuto ordinario, togliendo quel poco di rappresentatività che aveva di fatto la provincia di Belluno a livello veneto e nazionale. Il quadro si aggrava ulteriormente a causa di una politica dei partiti ormai non più in grado di rispondere alle esigenze di un territorio periferico e difficile, e che ha portato addirittura ad un commissariamento della provincia. Le comunità Bellunesi e ladine in particolare minate da spopolamento, crisi del manifatturiero ed ora anche dell'intera economia compresa quella turistica, rischiano seriamente la frammentazione e di assumere decisioni autonome scollegate e verosimilmente lesive per tutti. In questa situazione estremamente grave si sta sempre più affermando un Movimento politico autonomista trasversale, ma apartitico, che vede il mondo ladino impegnato assieme al rimanente territorio Bellunese, in azioni volte a rivendicare più rappresentatività, cercando agganci per progetti politico-economici ad utilità reciproca con le vicine province di Trento e Bolzano, e che ha come obiettivo finale la costituzione di una regione Dolomitica: movimento Belluno Autonoma Regione Dolomiti. In questo contesto non esiste una linea tracciata e tutto è difficile, ma .....non sembra ci siano alternative all'azione che parta dal basso e quindi dalla gente.
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