La valle del Chisone e la valle Germanasca hanno in comune una parola particolare per indicare ciò che in italiano è il balcone e in francese balcon.
In val Germanasca domina la forma ëmparo, presente en tutta la bassa valle sino a Pramollo (ALEPO) L’alternanza r/n in posizione intervocalica è presente in queste due valli. Effettivamente sono parecchie le parole che presentano questo dualismo. Vi sono delle zone alpine dove il passaggio di n> r è particolarmente regolare . En val Louise, l’antica val Puta, per esempio o nel comune di Roure, nell’antica parrocchia di Bourcét, ora completamente spopolata, questo fenomeno era la norma.
Tuttavia gli abitanti di Bourcet , anche se emigrati in altri villaggi del comune o della valle, non hanno cambiato le loro abitudini fonetiche.
Questa alternanza è presente nello stesso comune di Roure in qualche voce come: dënant/ dërant> drant (prima); ranküno/ ranküro (rancore); ëmburiʎ/ ëmbuniʎ (ombelico).
Tutto ciò è accompagnato, soprattutto in val Chisone da un certo rotacismo di l intervocalico, limitato al borgo di Chargeoir di Roure: jalina> ʤaŕino (gallina), solelh> suŕeʎ (sole) mentre è più diffusa, praticamente in tutta la valle, il passaggio di l intervocalica ad un suono [ł] definito latero-alveolare.
Mentre nelle altre valli occitane domina il tipo lòbia, la forma ëmparo/ëmpano rappresenta praticamente un unicum in tutta Occitania col valore di balcone.
Tuttavia Mistral segnala la forma emparo/ empare localizzata nella parlata di Bordeus, con il valore di rempard, defense.
Ma quale potrebbe essere l’origine di questa parola? Effettivamente potrebbe essersi originata dal verbo se parar “difendersi, mettersi al riparo,rifugiarsi” col senso di essere en para “al riparo”, da cui emparo > empano, visto che il balcone serviva per riparare i covoni di segale o grano non ancora maturi, detti “ verdastri”, le fascine di rami o altre cose.
Franco Bronzat
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